L’area tra la dorsale di Santa Augusta e quella della Madonna della Salute era uno spazio agricolo che aveva subito una trasformazione industriale nella seconda metà dell’Ottocento. Grazie anche agli investimenti di Ottavio Croze, a ridosso della Pieve di Sant’Andrea sorse lo stabilimento per la produzione del cemento e della calce idraulica che lavorava il materiale estratto dal Pizzoc e portato a valle dalle teleferiche.
Durante la prima guerra mondiale in quest’area sorgeva la stazione terminale della ferrovia Sacile-Vittorio realizzata dagli austriaci dopo che i bombardamenti italiani avevano reso poco sicura la tratta esistente Conegliano-Vittorio. Il primo viaggio risale all’aprile del 1918. Da Sant’Andrea un articolato sistema di teleferiche consentiva poi il superamento del dislivello di Serravalle e di raggiungere la località Le Lame a Revine, dove linee di “decauville” permettevano di raggiungere vari punti a ridosso del fronte. I collegamenti tra il Piave e la madrepatria venivano così garantiti e la nuova Linea Vienna-Costa consentiva sia l’invio dei bene requisiti che l’arrivo di quanto possibile per proseguire la guerra.